Guida all’ assaggio fai da te
Imparare a conoscere e riconoscere l’olio d’oliva
Non bisogna necessariamente essere degli esperti per capire se un extravergine di oliva è un buon olio. Seguendo queste semplici regole e ripetendo l’assaggio, sarete in grado di distinguere un olio pessimo da uno con qualità migliori.
Per prima cosa dobbiamo procurarci un bicchiere di vetro (quello ufficiale è un bicchierino di vetro blu) e una mela, per cancellare le sensazioni tra un assaggio e l’altro.
La percezione visiva
Versate due cucchiaini di olio extravergine di oliva nel bicchiere di vetro agitandolo e cercate di valutare la fluidità disponendo l’olio contro luce. L’olio extravergine di oliva ha un grado di fluidità medio-basso. La fluidità alta è tipica degli oli ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, come l’olio di semi. Adesso fate girare l’olio sulle pareti del bicchiere e osservate il colore.
Un colore verde è sintomo di raccolta giovane, mentre giallo di raccolta matura del frutto.
La percezione olfattiva
L’olfatto: semplicemente annusando l’olio possiamo capire se esso è di buona qualità oppure se è scadente. L’odore, più o meno inteso di oliva e magari di verdura, frutta o erba ci darà elementi sufficienti per stare tranquilli. Prima di questa delicata fase olfattiva bisogna però portare l’olio alle giuste condizioni per esaltare al meglio le componenti volatili aromatiche. Per fare questo, scaldate il contenuto del bicchiere con il palmo di una mano agitandolo leggermente, la temperatura ideale è pari a 28°C; coprite poi con l’altro palmo della mano l’estremità del bicchiere per poterne mantenere gli aromi; quindi scoprite il bicchiere, portatelo al naso e inalate piano e profondamente per individuare i componenti olfattivi dell’olio.
Vi consigliamo di ripetere queste operazioni più volte, in quanto vi consentirà di cogliere le varie sfumature di aromi presenti e avvertire il grado d’intensità in una scala di valori che potranno andare da “appena percettibile” a “molto intenso”.
Effettuata la prova sul profumo dell’olio non sarà difficile usare termini come “fruttato verde di oliva” se il profumo ricorda quello dei frutti freschi e “fruttato maturo” se invece ricorda l’odore della frutta dolce. In questo modo è possibile individuare il grado di maturazione delle olive.
La percezione del gusto, siamo arrivati all’assaggio
L’assaggio vi farà individuare alcuni sapori fondamentali: l’amaro, il dolce, l’aspro e il salato.
Durante l’assaggio è importante incamerare aria con aspirazioni corte e successive, lingua contro il palato e labbra semi aperte, assaporare l’olio per almeno 20-30 secondi. In questo modo si definiscono le percezioni olfattive e si valutano quelle gustative, amaro, piccante, secco-astringente. E’ fondamentale, ricordare e stimare attentamente le sensazioni retro-olfattive. Raccomandiamo per chi è alle prime armi di non avere assolutamente fretta di espellere l’olio, ma essere calmi e tranquilli, cercando di memorizzare il maggior numero di sensazioni, magari segnando su un foglio le sensazioni avvertite.
L’ assaggio tecnico va fatto seguendo alcune norme generali di comportamento:
1) Non fumare almeno 30 minuti prima dell’ assaggio
2) Non usare alcun profumo, sapone o cosmetico il cui odore persista al momento della prova
3) Non aver ingerito alcun alimento, almeno un’ora prima dell’ assaggio
4) Accertarsi che le proprie condizioni fisiologiche e psicologiche siano positive, tali da non compromettere l’analisi.
Durante l’ assaggio anche il naso entra in funzione, infatti, è noto a tutti che in presenza di un forte raffreddore che ci fa stare con il naso tappato, non si riesce a distinguere i sapori di quello che mangiamo. L’olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto e rende possibile, tramite i chemiorecettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili per questo motivo è importantissimo nella percezione dei sapori. Ecco perché è importante sapere che il sapore prende forma proprio dalla combinazione di queste sensazioni olfattive e gustative.
Mettendo assieme tutte le sensazioni percepite fino qui, si può cercare di esprimere un parere che nelle prime sedute può sembrare non attendibile. Se abbiamo eseguito un corretto assaggio, saremo in grado di distinguere tutti gli odori e i sapori che abbiamo memorizzato. Se essi sono ben distinguibili tra loro, in questo caso si ha sottomano un buon olio extravergine, se poi odori e sapori sono anche in equilibrio tra loro si può dire di aver assaggiato un eccellente olio extravergine di oliva.
Ad ogni fine assaggio per degustare nuovamente un altro campione di olio extravergine, è utile sciacquare la bocca con una fetta di mela. Tutti questi passaggi possono sembrare difficili da applicare e da comprendere ma in realtà non lo è per nulla. Con un adeguato allenamento e magari anche con la possibilità di un confronto con persone già esperte è possibile acquisire una discreta competenza personale che ti consentirà di valutare correttamente un olio extravergine di oliva.
La percezione dell’amaro-piccante che si avverte in gola è un pregio o un difetto?
L’amaro-piccante di un olio extravergine è un pregio che assume un valore importante per via dell’alto contenuto di polifenoli (antiossidanti). Tanti consumatori scambiano questo pregio per un difetto associando il gusto percepito ad un olio pesante o peggio ancora acido.
Il caratteristico retrogusto amarognolo-piccante, è considerato attributo positivo dagli assaggiatori professionisti, quindi non bisogna preoccuparsi se l’olio è leggermente amaro e piccante, diventerà ben presto un attributo che difficilmente ne farai a meno principalmente quando userai l’olio a crudo per i tuoi piatti.
Ricordare sempre che l’acidità libera dell’olio non è percepibile al gusto, poiché gli acidi grassi liberi dell’olio sono inodori ed insapori.